Dan's Brain

La Nausée

book

Jean-Paul Sartre, La Nausée, Éditions Gallimard, 1938, pp.253

Some of these days

Silenzio. […] Quello che é accaduto é che la Nausea é scomparsa. […] Colmava la sala con la sua trasparenza metallica, schiacciando contro i muri il snostro tempo miserabile. Io sono dentro la musica. [p37]

Nel capitolo il protagonista si trova nello squallido locale e mentre i commensali giocano a briscola lui chiede per l’ennesima volta di ascoltare il disco. L’assenza di senso della vita si scontra con la sublime composizione e fragilitá della canzone. Il momento perfetto vissuto in questa pagina é reso tanto piú perfetto dal fatto che potrebbe essere distrutto cosí facilmente.

Com’é strano, com’é emozionante ceh questa durezza sia cosí fragile. Nulla puó interromperla e tutto puó spezzarla.

Cosa intende per durezza? Durevolezza? Che dura nel tempo, che dura oltre i suoi autori? Forse questo riprendendo i temi discussi piú avanti nel romanzo.

Boudeville

Il viale Noir sembra esternare il malessere di S, tra l’altro Nero. Rievoca il degrado proprio della periferia in cui ci si immerge e si finisce per diventare parte.

Il viale Noir non ha l’aspetto indecente delle strade borghesi che fanno favori ai passanti […] é proprio un contrario.
La cittá l’ha dimenticato […] Il viale Noir é inumano [p42]

Inumano, il viale é estremamente vero e questa veritá é inumana. L’uomo dove puó stare in un quadro simile? Non ha un suo luogo. S. sembra trovarlo nella musica. Some of these days é tutto l’opposto di Boudeville, fragile e profondamente umano. Diventa perció rifugio dall’oscuritá del Mondo. Il viale porta Lucia a soffrire tutta la sua angoscia:

[…] la forza di tanto soffrire. Le vien da fuori… é questo viale. Bisognerebbe prenderla per le spalle e condurla alla luce, in mezzo alla gente, nelle strade dolci e rosee; lá non si puó soffrire cosí forte; ella s’ammorbidirebbe, ritroverebbe la sua aria positiva ed il livello ordinario delle sua sofferenze. [p44]

Gli Altri

In questo senso c’é conflitto:

Ecco della gente. Due ombre. […] Le passo talmente vicino che potrei toccarla. É… ma come credere che questa carne infocata, questa faccia risplendente di dolore… E tuttavia riconosco il fazzoletto, il soprabito, la grossa voglia violacea che ha sulla mano destra, é lei, é Lucia, la donn di servizio. Non oso offrirle il mio appoggio, ma debbo darle la possibilitá di chiedermelo, al bisogno.[p42-43]

Nausea

Io vedo l’avvenire. É lá , posato sulla strada, appena un po' piú pallido del presente. [p48]

Vede le persone, le ombre, agire ma vede anche il loro avvenire: sembra vedere sia il presente che ció faranno l’attimo dopo. In questo senso il tempo é sentito come uno scorrere continuo in cui il istanti sono tra loro cosí legati da essere indistinguibili.

Questo é il tempo, né piú né meno del tempo, giunge lenmamente all’esistenza, si fa attendere, e quando viene si é stomacati perché ci si accorge che era giá lí da un pezzo. [p49]

Ecco cos’é all’effittivo la Nausea! Il Tempo é inesorabile e noi umani non abbiamo scelta, dobbiamo assecondarlo. Non abbiamo controllo su questo, nessun controllo.

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